La virtù dei forti
Manca oramai molto poco alla fine di questo campionato, ma il consueto articolo
riassuntivo della stagione lo affronteremo prossimamente, oggi tocca senza
ombra di dubbio ad altri argomenti.
Iniziamo subito dal Derby.
E’ inutile nasconderlo ragazzi ma il Derby ti prende, altro che storie,
sicuramente non sarà più come una volta, ma il suo fascino,
pur se sminuito, resiste.
Non eravamo pochi, anzi abbiamo dato l’ennesima prova di quanto forte
sia il nostro attaccamento, perché nonostante tutte le logiche difficoltà,
la nostra presenza si è fatta sentire, eccome!
Una bella vittoria, gradita e stavolta inaspettata, è proprio vero
che quando meno te l’aspetti...
Oddio, nella Roma ci si crede sempre, ma questo Derby (e non ne capisco il
motivo...) vedeva avvantaggiati i cugini, anche per la sapiente regia della
carta stampata che evidentemente... perde il pelo ma non il vizio.
E’ strano, ma quando si gioca il Derby si legge sempre che il nervosismo
ed i problemi stazionano costantemente dalle parti di Trigoria, mentre il
sole splende caldo e forte sull’altra sponda del Tevere (questo veramente
anche quando non si gioca la stracittadina).
L’avevo detto in tempi non sospetti e lo ripeto ora, qui a Roma qualcuno
si diverte continuamente a gettare benzina sul fuoco, a fomentare e strumentalizzare
l’opinione di noi tifosi con “articoli” che mirano sempre
a distruggere e mai a costruire.
Mi piace la critica e bisogna accettarla, io stesso quando è necessario
mi faccio sentire su queste pagine, magari senza sortire nessuno effetto,
ma ugualmente si fa.
Qui però invece di critica bisogna parlare di attacchi ben precisi
che fanno solo male.
Siamo seri per favore, ho ancora davanti agli occhi le pagine dei giornali
che presentavano all’opinione pubblica Gigi Radice, nuovo allenatore
giallorosso, e non pochi criticarono la scelta della società.
Tanto fu fatto, tanto fu scritto che nessuno tra i tifosi si senti soddisfatto
di tale scelta ed infatti i commenti di quei giorni furono: “La solita
presa in giro del presidente... Un allenatore che costa poco così risparmia...
Non è da Roma... Ha portato il Toro in B ecc. ecc.”.
L’aria in quel periodo non era tranquillissima, oltretutto si veniva
da un campionato fallimentare, quindi la società per evitare problemi
(che non aveva cercato ma che qualcuno aveva creato...) pensò di presentare
Gigi Radice, “non presentandolo”!!
Per fortuna vinse il buon senso e Gigi Radice, con tanto di sciarpa al collo,
poté almeno dire quattro parole in sua difesa, dando appuntamento alle
critiche per la fine dei campionato: “...Ragazzi, ancora non ho iniziato
e già mi bocciate?”.
Ed invece guardate che cosa è successo, Gigi Radice alla faccia delle
maielingue, sta conducendo la “Rometta” in Coppa Uefa, la squadra
sta disputando un campionato non esaltante ma neanche pessimo, formazioni
ben più attrezzate della nostra ci precedono di poche lunghezze, eppure...
Il problema oggi è inverso, ora tutti vogliono Gigi Radice, della serie:
“Dalle stalle alle stelle” e pochi aspettano l’allenatore
che fino all’anno scorso era il Top nei sogni dei tifoso romanista,
ma insomma vogliamo regolarci?
Gigi Radice ha fatto un lavoro ottimo ed io che non sono stato certo tra i
suoi denigratori posso dirlo senza timore di essere smentito, anzi tutti dobbiamo
essergli grati di cuore, per aver saputo operare, in un ambiente così
ostile con tanta sicurezza.
Buon per noi che ha fatto il miracolo (sul quale nessuno avrebbe puntato un
doblone), ed oggi purtroppo se ne va.
Mi spiace sul serio credetemi, ma non ne faccio un dramma perché la
vita continua.
Nel mondo del calcio, ma anche nella vita di tutti i giorni, ho imparato che
l’affezionarsi ad un personaggio può essere un’arma a doppio
taglio, perché comunque sono poche le strade che restano immutate,
mentre i cambiamenti sono all’ordine del giorno, voluti, non voluti,
forzati, dolorosi, ecc. ecc.
E caratterialmente sono portato al dispiacere vero se ciò si verifica,
quindi reagisco freddamente e vado avanti, anche perché ne ho visti
tanti di allenatori andare e venire, come tanti sono stati i calciatori e
se ogni volta devo avere dei problemi interni è meglio che mi dedichi
ad altre cose.
Per esempio, a suo tempo rimasi impressionato favorevolmente dal sig. Eriksson
e da come lui interpretava il calcio, ero contento perché in lui vedevo
il futuro della Roma, vedevo la sicurezza di un gioco che lasciava tutti a
bocca aperta e soprattutto la signorilità di un pensiero che mi confortava.
Dentro di me pensavo che avevamo trovato davvero l’allenatore che ci
voleva, ed ero soddisfatto.
Invece sappiamo tutti cosa è accaduto ad Eriksson, conosciamo perbene
(in modo particolare gli addetti ai lavori) la sua triste odissea e mi sembra
che nessuno, a cominciare dalla curva, abbia fatto più di tanto.
L'abbiamo lasciato solo in balia di comportamenti poco professionali, di atteggiamenti
da “prime donne”, di colpi bassi che più bassi non si può.
All’epoca si chiedeva pulizia ma alla fine è stato mandato via
solo lui, e qualcuno forse l’ha difeso?
Mi è dispiaciuto ma non ho potuto farci nulla, ho dovuto accettare
a malincuore l’ atteggiamento equivoco della società e vedere
andar via il migliore allenatore che c’è oggi in circolazione.
Ritornando a noi, ma poi siamo cosi sicuri che non si sapeva per niente che
il futuro allenatore sarebbe stato Ottavio Bianchi?
Mi viene da ridere, quando il nuovo trainer incontrerà i primi problemi,
allora saranno tutti col fucile puntato, pronti a dire: “L'avevo detto
io ... !”.
Di certo non lo stiamo aiutando psicologicamente, perché sa bene che
all’impatto troverà l’ombra del suo predecessore e questo
francamente non è corretto.
Comunque come feci, allora con Radice farò oggi con Bianchi, aspetterò
con calma che il lavoro dia i suoi frutti, senza prevenzione alcuna né
animosità.
Stesso discorso va fatto per la società, l’ho detto la volta
scorsa e lo ripeto anche adesso, per il campionato che verrà non ci
potranno essere più scuse dinessun genere.
Questo silenzio per me non è fonte di problemi, né mi faccio
condizionare dai soliti articoli-tragedia, credo invece che sotto sotto stia
operando e forse quando leggerete questo mio scritto qualcosa in più
sapremo.
In ogni caso non fasciamoci la testa prima di essercela rotta, si sa, la calma
è la virtù dei forti, anche se la nostra oramai è sotto
pressione da tempo.
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
|